Tamara Repetto per Volta Basel 2019

10 – 15 giugno. Volta Basel
Iler Melioli>> Tamara Repetto>> Cristina Treppo>>
Booth B15

Third focus in dialog with Cristina Treppo.
(You may see her works on voltashow.com)

Yvonne – In una società dove l’aspetto virtuale dell’esperienza umana è sempre più diffusa, tu lavori sulla vivificazione dei sensi. Perché questa scelta, peraltro necessaria per considerarci ancora esseri umani?

Repetto – L’aspetto virtuale della nostra società crea il rischio di “anestesia sensoriale” in cui ci lasciamo scivolare addosso la vita, senza più riuscire a coglierne gli aspetti di maggior valore e interesse, causandoci problemi a livello fisico e psichico. E’ necessario riscoprirci attraverso i sensi, per combattere il rischio anestesia. Ecco, allora, odori, suoni, energie cinetiche, ad abitare le mie opere, che vorrei potessero diventare “informatori per l’anima”, strumenti di esplorazione, per tornare a noi stessi.

Yvonne – Il senso su cui riversi la tua ricerca, ormai da anni, è l’olfatto. L’olfatto questo sconosciuto, direi…

Repetto – Più che sconosciuto direi sottovalutato dalla cultura occidentale, mentre la cultura orientale, al contrario, lo pone alla base, proprio per la sua impalpabilità e trascendenza. E’ però in atto una riscoperta di questa prima “antenna” che si forma nel feto, la più arcaica e ancestrale, per imparare ad “andare a naso”, per poter diventare osmonauti, navigatori di odori, riappropriandoci di un senso molto potente.
L’olfatto, collegato alla sfera limbica del cervello, deputata alle emozioni, è in piena rivalutazione e si sta liberando dell’ultimo pregiudizio, quello che per lungo tempo lo ha inchiodato al ruolo di variabile fondamentale nei rituali della seduzione. Non più solamente appannaggio di maestri profumieri ma anche materia di studio, innovazione e ricerca.

Yvonne – Un altro elemento fondante delle tue installazioni è l’uso di una sofisticata tecnologia. Sembra che l’uomo abbia bisogno di questi artifici per riattivare il contatto con la natura. Hai intrapreso una strada molto personale e corretta: stimolare l’esperienza sensoriale olfattiva attraverso affascinanti dispositivi che possono rapire il consenso di un fruitore. E’ una speranza?

Repetto – Il connubio arte-tecnologia è per me una prassi idonea per pervenire ad un dialogo con la natura (prolungamenti della coscienza) e a far uscire dal mutismo la parte più vitale ed enigmatica del macrocosmo-microcosmo, quindi un mezzo per approfondire.
Come ci ricorda l’uomo vitruviano, la natura e il modo di rappresentarla fu nel Rinascimento il terreno di convergenza tra l’arte e la scienza. Inoltre l’uso della tecnologia è fondamentale per l’esperienza olfattiva che, proprio per la sua dimensione invisibile, è scarsamente maneggiabile attraverso gli strumenti usuali e visuali della progettazione. Per rendere considerabile l’invisibile è necessario inventarsi altri media, formule, nuovi linguaggi espressivi, visibilizzarlo, pena l’oblio. Quindi, più che di una speranza parlerei di un atto artistico in cui c’è ben chiara  la volontà di risvegliare consapevolezze sopite.

Yvonne – Parliamo anche dei tuoi disegni su carta, Frattali. Sottili trame geometriche che nascono anch’esse dalle forme degli elementi naturali. La scelta di matite solo nere e rosse è dettata dal rigore della composizione?

Repetto – Il nero e il rosso creano un perfetto equilibrio, il nero simbolicamente esprime la conclusione della fase vitale, il rosso simbolo dell’energia vitale. Questi due colori rendono incisivi e rigorosi i miei disegni, permettendomi di sottolinearne la raffinatezza del segno.

Yvonne – Come possiamo vedere dalla Biennale di Venezia appena inaugurata, l’uso della tecnologia nell’arte è diffusa in tutto il mondo. Ma c’è un aspetto che contraddistingue il tuo lavoro: il valore estetico delle tue opere è sempre altissimo, la tecnologia è per te uno strumento come un altro per fare poesia.

Repetto – Quando lavoro la mia attenzione è rivolta a creare un’opera nella quale l’elemento concettuale è forte tanto quanto quello estetico, deve esserci un perfetto equilibrio tra le parti. Se possiedo soltanto uno di questi due elementi l’opera non funziona, non crea empatia. Il fare arte come recupero della capacità di meravigliarsi, ripristinare uno stato di incanto, in modo profondo e autentico, per entrare in connessione con il “Tutto”, con la complessità. Per ottenere questo risultato devo far dialogare un’idea intellettuale forte ad un valore estetico ricercato ed incisivo, costituito da svariati elementi tra i quali c’è anche la tecnologia.
Goethe affermò che “la cosa più alta a cui l’uomo può arrivare è la meraviglia”

Yvonne – E ora parliamo della tua ultima creazione Arboris. E’ importante conoscere il gruppo di lavoro che sta dietro a questa creazione, molte specifiche competenze per realizzare un perfetto nido olfattivo. 

Repetto – Il mio pensiero va alle botteghe rinascimentali, comunità di creatività e innovazione. Nella bottega convivevano artisti, ingegneri, apprendisti, maestranze..un’orchestra in cui il direttore era l’artista di fama e dove ideazione, dialogo e convergenza tra arte e scienza erano i tre punti d’eccellenza.
Con grande umiltà mi rifaccio a questo concetto, creando delle squadre di lavoro che possano dare forma ai miei progetti.
Per Arboris, scultura olfattiva a sospensione, sul tema della deforestazione, ho messo in campo cinque persone, un fabbro, un ingegnere elettrotecnico, un maestro vetraio, l’azienda Bussetti e Mazza specializzata nella lavorazione del plexiglas (mio sponsor) e l’azienda Oikos Fragrances che opera nel campo della profumazione d’ambiente e marketing olfattivo (mio sponsor).

Le cialde sono “stimolate” dalle ventole (il cui funzionamento è controllato da un Arduino, opportunamente programmato) che permettono la diffusione dell’odore. 
La fusione di queste maestranze e competenze ha dato vita ad Arboris.


Third focus in dialog with Cristina Treppo.
(You may see her works on voltashow.com)

Yvonne – In a society where human being is experiencing more and more virtual life, you are working on the regeneration of our senses. Why this choice, which I consider necessary to remain a human being?

Repetto – The virtual aspect of our society brings the risk of “sensory anesthesia”, this means to live with no consciousness of main values and interests, causing us fiscal and psychological problems. It is necessary to discover ourselves through senses, to struggle against the risk of anesthesia.
And so perfumes, sounds, kinetic energies are inside my works of art. I wish they could be like “soul spys”, exploration instruments to go back to ourselves.

Yvonne – You have concentrated your research mostly on the sense of smell. The smell this stranger, I would say…

Repetto – More than unknown I would say underestimated by west culture, while east culture give it great evidence, especially for being something untouchable and transcendent. But nowadays there is a new attention for this first “antenna” to grow in the fetus, the oldest and ancestral, to become smell navigators and again confident with this strong sense.
The sense of smell, connected to the limbo emotional part of our brain, is being revalued and is getting rid of the last prejudice, who connected smell only to seduction rituals.
Smell is not anymore only for perfumes specialists, but it is also matter for study, innovation and research.

Yvonne – Another important aspect of your work is the use of sophisticated technology. It seems as men need this artificial items to get again in touch with nature. You have chosen a very personal and straightforward way: invite to an olfactory experience through fascinating devices which may be accepted by the public. Is it a hope?

Repetto – The binomial art-technology is for me the best way to open a dialog with nature (consciousness extensions), to let free from silence the more vital and enigmatic part of macrocosm-microcosm, it is a way to study in deep. As the Vitruvian man reminds us, nature and its way to represent it in the Renaissance has been the field of connection between art and science. Moreover technology is important to have an olfactory experience, being an invisible element difficult to handle with other medium. In order to consider something invisible it is necessary to think about other medium, formulas, new languages, otherwise we risk oblivion.
So more than a hope we may talk of an artistic action with a clear will to wake up sleeping consciousness.

Yvonne – Lets talk about your drawings on paper, Fractals. Fine geometric lines coming as well from natural elements. You chose only black and red pencils to enhance the rigor of the composition?

Repetto – Black and red have a perfect balance, black is a symbol for the end of life, red is a symbol of energy. These two colors make my drawings look rigorous and strong and underline the sophistication of the sign.

Yvonne – As we may see through the Venice Biennale that opened in these days, the use of technology in art is spread all over the world. But there is a characteristic in your research: the aesthetic value of your works of art is always very high, technology is for you a mean as another to do poetry.

Repetto – When I work I always try to balance concept and aesthetic, there must be a perfect balance of the two parts. If only one of the two is present, we can’t talk about a work of art, there is no empathy.
To do art I’m recovering the capacity to get astonished, to create a state of deep and authentic charm to get in touch with the “Whole”, with complexity. To obtain this result I must put in dialog a strong intellectual idea with a special aesthetic value made with many elements and among them also technology.
Goethe wrote: “The highest point that man may reach is wonder”.

Yvonne – Your recent work of art is Arboris. It is very interesting to get to know the working group behind this construction, many specific knowledges to create a perfect olfactory nest.

Repetto – I think about the Renaissance workshops, communities of creativity and innovation. In these workshops you could find artists, engineers, novices, skilled workers…an orchestra where a famous artist was the director and where idea, dialog and coexistence of art and science were the three point of excellence. I recall this model with humbleness, creating working groups to give shape to my projects.
For Arbòris, and olfactory hanging sculpture on deforestation subject, I collected 5 people, a blacksmith, an electrical engineer, a glazier, the company Bussetti e Mazza specialized on plexiglass (my sponsor) and the company Oikos Fragances specialized in room fragrances and olfactory marketing (my sponsor). The waffles are moved by the fans to spread the perfume.
The fusion fo these skilled workers gave life to Arboris.

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