Abbiamo chiesto a Iler Melioli di parlare del suo lavoro per Volta New York

(Testo italiano di seguito)

Talking with Iler Melioli

“Today we are living a revolutionary period that has changed our way of thinking and living, something unique in the human history. I’m talking about the informatics revolution which has developed from the beginning of the 1990s to nowadays creating a web of connections. We are now professionally and privately 360° connected. In 1962 the Canadian philosopher Marshall Mc Luhan spoke about the Global village in his book The Guttemberg Galaxy published by Toronto University. Today this forecast is reality.

Art has always translated its contemporary world into a visual level or, as we used to say, into a symbolic level. So which sign or symbolic shape could give visibility to the spirit of time we are living in? If we look at my work linguistic codes we could see a connection with high definition and electronic images. In many of my recent paintings you could see a sort of pixel structure similar to an electronic landscape. Talking then about the poetic inside my work, I think there is only one symbolic sign that may be used today: the sign of extension and connection.
If we think about the history of geometric abstraction painting, from Piet Mondrian to Kenneth Noland, or Peter Schuyff and Peter Halley, it’s all about painted canvas, paintings inside frames.
My work Geometrie d’ambiente develops in relation to the space. I want to break the frame, to get out of the picture and continue my signs in the surroundings. When you get in my space you get a symbolic visual image of today life. ” Iler Melioli

Iler Melioli (Italy, 1949) is a member of the artistic generation that rose to prominence in the 1990s. Through the adoption of a new geometric abstraction of conceptual origin (Neo-Geo), he has developed a process that operates through deconstruction and re-founding of visual language. His research, framed within the context of Neo minimalism, is not limited to an exercise of formal reduction, rather it generates an extension of the picture beyond the boundaries of the canvas. It creates genuine wall paintings that expand outside the confines of the support and interact with the surrounding space.

This relatively lack of distinction between painting and wall results in a similar lack of distinction between two- and three-dimensions, and between surfaces and structures. It is impossible to consider living organisms as isolated, closed and independent from their living environment, and in the same way Melioli’s works are conceived as configurations that are open to the space, as nuclei conveying forces and energy of reciprocal and mutual coexistence. For this reason the concept of  the field is very relevant in Melioli’s work, understood as a place where connections are made. This is manifested in a continuum where the void cannot be considered as an absence, but rather a field full of matrixes that generate developing forms.
The new work Geometrie d’ambiente creates an expansion of the environment. The artistic layout comes into being within the totality of the space to define an image of the world.
The project for Volta NY 2019 is an expression of Melioli’s current research and includes painting, sculpture and installation. For the first time in USA after a major exhibition in Palladio Basilica, Vicenza, Italy.

Iler Melioli, Geometrie d’ambiente, 2016, installazione, poliacrilico su pvc e intonaco, alluminio policromo, cm 335×200 (particolare)

“Tutti noi stiamo vivendo all’interno di una rivoluzione che non ha precedenti nella storia dell’umanità e che nell’arco di pochi decenni ha trasformato i nostri pensieri e i nostri modi di vivere. Ciò di cui parlo è la rivoluzione informatica che dai primi anni ’90 ad oggi ha potenziato in modo esponenziale la sua rete di connessioni. Noi oggi siamo soggetti interconnessi a 360° sia a livello professionale, sia a livello privato. Nel lontano 1962 il culturologo canadese Marshall Mc Luhan aveva teorizzato la realizzazione delVillaggio globale con il suo saggio The Guttemberg Galaxy pubblicato dall’Università di Toronto, oggi questa sua previsione si è realizzata.
Da sempre il ruolo dell’arte è stato quello di tradurre sul piano visivo, o come si diceva un tempo, sul piano simbolico, il carattere della propria epoca. Ma quale segno, quale forma simbolica può rendere visibile lo spirito del tempo in cui viviamo? Se esaminiamo i codici linguistici della mia attuale astrazione geometrica notiamo una loro correlazione con l’alta definizione e con l’immagine elettronica: non è casuale il fatto che in numerose mie recenti declinazioni pittoriche ciò che si può intuire in forma subliminale è la struttura in pixel dell’immagine elettronica di un paesaggio. Se poi osserviamo il carattere della mia poetica all’interno del mio lavoro l’unico segno possibile, che a mio avviso oggi può assumere dignità simbolica, è quello dell’estensione e della connessione.
Se pensiamo alla pittura tutta la storia dell’astrazione geometrica da Piet Mondrian a Kenneth Noland, o Peter Schuyff e Peter Halley, riguarda la tela dipinta, il quadro dentro la cornice.
Il mio intento con le Geometrie d’ambiente, che nascono e si formano attraverso una continua interazione con lo spazio in cui agiscono, è quello di rompere la cornice per poter uscire dal quadro estendendo verso l’ambiente circostante i segni ad alta definizione contenuti nel quadro stesso, al fine di realizzare sul piano simbolico una totalità dello spazio che possa rendere visibile un’immagine del mondo perfettamente omologa alla realtà del nostro tempo”. Iler Melioli

Iler Melioli (Italy, 1949) Esponente della generazione artistica affermatasi negli anni ’90, adotta un nuovo astrattismo geometrico di ascendenza concettuale con cui sviluppa processualità decostruttive e rifondative del linguaggio visivo. Il suo percorso di ricerca, che nelle diverse analisi già proposte dalla critica si colloca entro l’ambito del Neominimalismo, non si limita ad un lavoro di riduzione formale in quanto elabora un’estensione del quadro, della tela dipinta, oltre il limite del supporto giungendo alla realizzazione di veri e propri wall paintings e interventi nello spazio.

Così come ogni organismo vivente è inconcepibile come elemento isolato, chiuso e indipendente dal proprio ambiente di vita, allo stesso modo anche le opere di Melioli nascono come configurazioni aperte allo spazio, come nuclei in grado di trasmettere energie e forze di reciproca e mutua coesistenza. Per questo motivo nel suo lavoro diventa fondamentale il concetto di campo da intendersi come luogo delle connessioni. Tutto si manifesta all’interno di un continuum dove il vuoto non può essere inteso come assenza ma piuttosto come un campo denso di matrici generative di forme in divenire.

Le sue Geometrie d’ambiente, alla pari di un essere vivente, generano un respiro della forma, una dilatazione dello spazio entro cui si muovono in quanto si formano e nascono da una continua interazione con il contesto temporale e spaziale in cui agiscono.


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