
E’ un universo estremamente poetico, scalfito dai segni del passaggio dell’uomo quello che costruisce con la sua arte Franco Ionda. L’artista per la mostra Flow. Arte contemporanea Italiana e Cinese in dialogo, allestita nella Basilica Palladiana di Vicenza, presenta l’opera Soglia di pericolo. Un’ installazione in alluminio composta da due mura lunghe 4,5 metri e alte 80 centimetri. Uno di fronte all’altro, consentono il passaggio in una direzione ma lo ostruiscono nell’altra. Opera dal significato tristemente attuale che aggiunge un tassello alla riflessione sul destino dell’umanità operata dall’artista.
Le mura portano i segni delle Stelle cadute, creazioni dell’immaginario artistico di Franco Ionda. Gli astri realizzati in alluminio sono quello che resta di stelle cadute dalla volta celeste, stelle spente, rotte, che hanno perduto l’energia originaria e giacciono nel suolo terrestre. “Guardate: hanno di nuovo decapitato le stelle/e insanguinato il cielo come un mattatoio!… Sordamente/L’universo dorme,/poggiando sulla zampa/l’orecchio enorme con zecche di stelle”. Ai versi del poeta russo Vladimir Majakovskij si ispira Ionda nel creare il suo Monte di stelle negli anni ’90, dove gli astri caduti diventano parte del mondo terrestre, residui inerti di un luminoso passato.
Le sue opere ci parlano di un cielo che implode in se stesso per cadere in terra e di mura scalfite da stelle cadute. Il desiderio di Franco Ionda è quello di fare dell’estetica un mezzo per interrogarsi sui destini dell’uomo. L’atmosfera che riesce a creare è sospesa nel tempo, il destino dell’uomo sembra essersi già compiuto, anche le stelle sono cadute, l’universo è immobile, senza tempo si prepara ad una nuova rinascita, ad un nuovo splendore. ‘Io sono per la cultura della costruzione, dell’entusiasmo, della lotta per il rinnovamento, per una cultura che vuole parlare, comunicare forti sensazioni, che costruisce queste forme essenziali e dirette, semplici ma complesse al tempo stesso, per una cultura che obbedisce all’impulso irresistibile della comunicabilità dell’amore’, ci dice Franco Ionda.
Alcune delle opere di Franco Ionda sono state acquisite dalla Galleria degli Uffizi e dal Palazzo di Giustizia di Firenze, dal Museo Pecci di Prato. Ha esposto a Castel dell’Ovo e Palazzo Reale a Napoli, numerose volte al Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, al Museo del Novecento e nella Biblioteca Nazionale Centrale a Firenze, a Villa Medicea di Poggio in Caiano a Firenze, in Piazza san Pietro in Città del Vaticano. Con la Targetti Art Light Collection le sue opere sono state viste in tutta Europa, in Argentina ha esposto alla IV Biennale del Fin del Mundo, a Seoul al Museum of Art Seoul National University, a Bangkok all’Art and Culture Center e ancora Calcutta, Mosca, Buenos Aires, Minneapolis, New York. Ha partecipato all’VIII edizione della Biennale Internazionale d’Architettura di Venezia. Per la biografia completa dell’artista vai alla sua pagina>>>
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