FLOW. Sfogliamo insieme il catalogo della mostra

By giovedì 4 Maggio 2017 0 No tags Permalink 0

Sfogliamo insieme il catalogo della mostra Flow. Arte contemporanea Italiana e Cinese in dialogo edizione 2017, durante la sua ultima settimana di apertura nel salone della Basilica Palladiana a Vicenza. Il volume, edito da Diogene Multimedia, non è semplicemente il catalogo delle opere in mostra ma molto di più. La lista di chi ha lasciato il suo contributo all’edizione è notevole e si arricchisce di tutti i nomi degli artisti, oltre a quelli dei curatori Maria Yvonne Pugliese e Peng Feng e dei filosofi Riccardo Caldura e Marcello Ghilardi. Ogni artista è infatti stato chiamato a illustrare la propria estetica con elementi ulteriori rispetto alle opere come disegni o testi propri.

Il catalogo si apre con le parole del Vice Sindaco Jacopo Bulgarini d’Elci, il quale sottolinea la natura del progetto Flow come spazio di dialogo ‘che non è l’appiattimento o la riduzione dell’uno all’altro ma la scoperta della possibilità della comunicazione tra sistemi differenti, ricchi ciascuno della propria identità’.

Entriamo quindi nel cuore della mostra, grazie al testo della curatrice Maria Yvonne Pugliese. Chiaramente esposti obiettivi del progetto e metodi per raggiungerli: ‘Flow non propone analisi e soluzioni ma mantiene il suo focus nel mostrare il pensiero degli artisti e le modalità diverse della loro ricerca’ e continua ‘presentarli al pubblico nel totale rispetto delle singole poetiche curando in modo particolare le modalità di fruizione della mostra. Ancora una volta per favorire la relazione tra l’opera e il suo interprete’. Veniamo poi accompagnati in un suggestivo viaggio virtuale tra le opere esposte nell’open- space del monumentale salone della Basilica Palladiana.

Il curatore cinese del progetto, Peng Feng, docente di Estetica all’Università di Pechino, percorre lo sviluppo e i cambiamenti recenti dell’arte contemporanea cinese in Le nuove tendenze dell’arte contemporanea in Cina. Peng Feng insiste sui momenti di reciproca influenza tra le culture orientale e occidentale, spiegando che negli ultimi decenni l’arte cinese si è imposta sul mercato con nuova forza e consapevolezza. Il curatore chiude così il suo intervento: ‘… le culture che passano da tali interazioni divengono più aperte, tolleranti e per tale motivo più civili… Con lo sviluppo della globalizzazione della scienza e dell’economia, costruire culture in grado di adattarsi all’epoca della globalizzazione è divenuta una priorità’.

Forme dell’incontro: la traduzione e il dialogo, così intitola il contributo di Marcello Ghilardi, docente di Estetica all’Università di Padova. Il filosofo approfondisce il tema del ruolo della traduzione nel dialogo con culture diverse: ‘Si parla molto di dialogo tra culture o di incontri e scontri di civiltà ma si tende a dimenticare che non sono mai davvero le “culture” in blocco ad entrare in contatto. Sono sempre esseri umani, singoli o in gruppi, ciascuno a partire dalla propria prospettiva singolare, recando con sé parole, esperienze, immagini…’. Partendo dalle origine greche della parola dialogo e spaziando tra i significati di alcuni caratteri cinesi, il Ghilardi mostra la necessità di ‘mantenersi sufficientemente fluidi, aperti e duttili per aprirsi alla possibilità di altre categorizzazioni del mondo’ che si presentano nel confronto tra due parti, siano persone, simboli o opere d’arte. Il testo si chiude con una considerazione su questi ultimi: ‘la loro interpretazione non è mai satura, esaurita, perché si riattiva con lo sguardo di ogni nuovo spettatore, di ogni nuovo dialogante, di ogni nuovo visitatore, potremmo aggiungere.

Infine Riccardo Caldura, filosofo e curatore d’arte, parla delle differenze tra testo scritto e orale, delle difficoltà di confronto tra due parlanti lingue diverse e delle insidie della traduzione, nel testo Tendere l’orecchio. Il discorso si snoda tra il Fedro, uno dei più significativi tra i dialoghi di Platone e In cammino verso il linguaggio altro dialogo sviluppato negli anni ’50 da Martin Heidegger. ‘Ora capisco meglio dove Ella avverte il pericolo, dice ad Heidegger il suo interlocutore giapponese, la lingua in cui si svolgeva il colloquio distruggeva di continuo la possibilità di dire quello intorno a cui si svolgeva il discorso’. Per sottolineare ancora una volta quanto sia impossibile una traduzione che esaurisca completamente il senso di una comunicazione e la necessità di tendere sempre l’orecchio a ciò che inevitabilmente in essa si perde.

Dopo i contributi e le immagini delle opere dei 23 singoli artisti, il catalogo prosegue con i discorsi tenuti dagli artisti Stefano Arienti e Zhang Fangbai durante il FlowTalk di inaugurazione della prima edizione della mostra, nel 2015 e quindi si chiude con la carrellata delle biografie dettagliate degli artisti.

Un volume prezioso che integra il progetto espositivo. A breve sarà possibile acquistare il catalogo on- line a questo link>>> dove trovate anche il catalogo della prima edizione di Flow 2015.

 

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